Questo viaggio nasce intorno ad un concerto, come successo nel 2017 che andammo a vedere i Coldplay a San Francisco questa volta abbiamo preso i biglietti per i Coldplay a Seattle, e come altre volte insieme a noi viaggia il Cecchi, il babbo di Silvia, per il quale riusciamo a prendere i biglietti, così parteciperà per la prima volta nella sua vita ad un concerto fenomenale. Trovando una buona tariffa arrivando e ripartendo da San Francisco organizziamo il roadtrip dalla città del Golden bridge. Essendo in tre optiamo per il noleggio di un’auto comoda, un SUV sette posti che renderà il viaggio confortevole. Non visiteremo la città, questa volta sarà un punto di arrivo e partenza, ma troviamo l’alloggio nei pressi del famoso ponte, in modo da percorrerlo la mattina successiva all’arrivo per iniziare il nostro roadtrip, primo tips, il Golden bridge si paga in direzione della città, nel nostro caso l’abbiamo percorso solo in uscita, quindi non abbiamo pagato il pedaggio. |
Prima di percorrere il ponte ci fermiamo a Fort Point National Historic Site, un punto molto bello dal quale ammirare il ponte con lo sguardo verso Sausalito, percorso il ponte c’è un altro punto sulla destra dove fermarsi, Vista Point, la prospettiva è fantastica. |
La strada verso nord, Seattle è lontana e la nostra programmazione prevede una sosta logistica a Medford. Arrivati a Seattle verifichiamo la fama di una delle città più piovose d’America, piove, speriamo che ci salvi per il concerto, anche qui ci fermeremo per poco tempo, ne approfittiamo per visitare l’iconico Space Needle, dal quale si può ammirare lo skyline della città e arrivare con lo sguardo fino alle montagne Olympic e Mount Rainer, con i suoi 184 metri non si arriva alle altezze dei nuovi grattacieli di New York, ma il fascino è indiscutibile, costruito in funzione dell’Expo del 1962 con un disegno molto particolare è stato in grado di sopportare un terremoto di magnitudo 6.8 ed è in grado di resistere a venti di 320 km/h. |
Per pranzo troviamo una catena che a New York abbiamo apprezzato moltissimo, Shake Shack, una catena di fast food americana con una qualità più alta rispetto alle più note catene di fast food, la società afferma di servire esclusivamente carne di vacca angus. Il concerto si conferma eccezionale, organizzazione perfetta e spettacolo da rimanere senza fiato. La strada ci porta verso lo Yellowstone NP, le miglia da percorrere sono tante e ci fermiamo a Missoula, anonimo centro dove troviamo però una catena che salva sempre la cena ed è aperta H24, Denny’s. E finalmente arriviamo allo Yellowstone NP, per il pernottamento scegliamo una struttura appena fuori dal parco, a West Yellowstone, logisticamente ideale, a poca distanza dal parco e piena di locali, anche se dire “a poca distanza dal parco” non sarebbe la definizione giusta, il parco misura 8983 km/q, per avere un’idea più precisa è più grande dell’Umbria, diciamo allora che West Yellowstone si trova a poca distanza dall’ingresso ovest del parco. |
Fondato il 1 marzo del 1872 è il primo parco nazionale americano e il più antico del mondo, e dopo averne visti tanti per noi è sul podio dei più belli, consigliamo di dedicare almeno tre giorni per la visita del parco, nel primo giorno si può visitare la zona a nord e arrivare fino a Gardiner, dove si trova il primo ingresso del parco e fermarsi a Mammoth, una zona molto interessante per le sorgenti termali, nel piccolo centro abitato c’è un ristorante dove abbiamo mangiato molto bene, c’è da fare un po’ di fila ma ne vale la pena per un hamburger di bisonte al Terrace Grill, rimanendo ancora nella zona a nord del parco si può visitare il Grand Canyon of the Yellowstone e l’Artist Point oltre ad altri punti di interesse che si incontrano lungo la strada, |
Una seconda giornata è possibile dedicarla alla parte sud del parco, quindi Grand Prismatic Spring, visibile anche da Grand Prismatic Overlook, punto che non abbiamo raggiunto perché bisogna fare una discreta camminata, oltre poi ad altri punti si raggiunge il famosissimo Old Faithful Geyser, la peculiarità è che, puntuale come un orologio, erutta ogni 90 minuti, quindi un ranger si presenterà nella zona dove abitualmente il pubblico attende paziente indicando l’ora precisa, |
un passaggio anche lungo il lago Yellowstone riempie la giornata delle bellezze, lago che risulta essere il più esteso del nord America, da notare anche che il parco dello Yellowstone fa da spartiacque per la direzione dei fiumi, si incontrerà infatti un cartello che indica la Continental Divide, questa indica la direzione che prendono i fiumi, quelli ad ovest sfociano nel pacifico, quelli ad est nel golfo del Messico. |
Capita molto spesso di vedere animali in libertà, come è giusto che sia, tra questi i bisonti, animali in effetti un po’ buffi, con la parte posteriore relativamente piccola e la parte davanti possente, si incontrano anche molti cartelli di avviso, quando questi stupendi animali sono nei pressi della strada, se non addirittura in fila indiana lungo la strada, non bisogna MAI scendere dall’auto, e comunque vedendoli pascolare tranquillamente bisogna tenere una distanza minima dell’equivalente di due scuolabus, va detto anche che fanno molta impressione a vederli da vicino, quindi chi si avvicina ha molta follia addosso, e i rangers sanno bene come far rispettare le regole, certamente se ti vedono che ti stai avvicinando troppo a piedi non ti danno una semplice pacca sulla spalla. |
In una occasione abbiamo visto un gruppo di persone, perlopiù fotografi, lungo la strada, abbiamo chiesto a un rangers e ci ha detto che stavano aspettando di vedere un grizzly, tutti gli animali hanno i radiocollari, quindi sapevano che l’orso si stava avvicinando, noi non avevamo molto tempo e abbiamo proseguito per la nostra strada. |
Il terzo giorno può essere dedicato alla zona a sud appena fuori dallo Yellowstone NP, il Grand Teton NP e la Mormon Row Historical District, una vasta striscia di terra dove si insediarono i mormoni, spesso vengono fatte alcune rappresentazioni per mostrare le tradizioni, lungo la strada c’è un punto moto bello dove fermarsi per scattare qualche foto, Oxbow Bend. |
Il nostro roadtrip prosegue verso sud, passando da Salt Lake City arriviamo a Bonneville Salt Flats, un enorme lago salato dove vengono effettuati test di velocità con qualsiasi mezzo, se non l’avete visto consigliamo il film Indian – La grande sfida, con Anthony Hopkins, ispirato alla vita e carriera di Burt Munro. |
Bisogna fare attenzione all’uscita dalla highway, andando in direzione ovest-est bisogna andare oltre e tornare indietro, mentre percorrendo la strada verso ovest si trova una enorme scultura chiamata The Tree of Life, poi bisogna stare attenti all’uscita Salt Flats Area Rest Westbound per vedere il lago da lontano e poter fare qualche foto, dopo di questa c’è l’indicazione per la Bonneville Salt Flats international Raceway. |
Pernottiamo a West Wendover e il mattino dopo partiamo verso lo Yosemite NP, allunghiamo un pochino la strada per fermarci in un posto fuori dal mondo, la Middlegate Station, trovato per caso in un precedente viaggio, un locale molto caratteristico lungo la US50, strada indicata anche come la “Loneliest road of America”, |
il locale nasce nel 1860 come Pony Express Station, la sua attività dura però ben poco dato che nel giro di pochi anni entra in funzione il telegrafo e il servizio pony express viene dismesso. Il ristorante è famoso per il Middlegate Monster Burger, ma noi ci “accontentiamo” di un pastrami sandwich. Da qui arriviamo a Mammoth Lake, un buon punto per visitare lo Yosemite NP senza dormire all’interno del parco. Per arrivare nel parco bisogna percorrere il Tioga Pass, qui c’è una cosa molto importante da considerare, il Tioga Pass viene chiuso quando c’è minaccia o previsione di neve, quindi in base al periodo è bene informarsi, |
Lo Yosemite NP avrebbe bisogno anch’esso di qualche giorno per essere visitato, soprattutto da chi è amante delle camminate e del trekking, noi lo visitiamo in maniera molto easy e vediamo gli iconici Half Dome, Bridalveil fall, El Capitan viewpoint e Tunnel view, tornando verso San Francisco passiamo da Mariposa Grove e Grizzly Giant, qui è possibile vedere le famose sequoie giganti, sequoie che sarà possibile visitare più a sud, nel Sequoia NP, con il suo iconico General Sherman. |
Il viaggio si conclude a San Francisco dove riconsegniamo il SUV e prendiamo il volo verso casa, è stato un viaggio impegnativo con tanta strada, in due settimane le miglia sono tante, ma quello che abbiamo visto ce lo porteremo sempre con noi. |
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