BBB è l’acronimo più indicato per questo “esimo” viaggio alla scoperta degli Stati Uniti. Bluebonnet, BBQ e Blues, il nostro on the road è stato studiato su questi tre argomenti chiave. Arrivati all’aeroporto di Memphis prendiamo come sempre l’auto che ci porterà sulle strade del Tennessee, Texas, Louisiana e Mississippi, questa volta è una super confortevole Ford Expedition. La comodità di arrivare a destinazione la sera è quella di poterci riposare dal lungo viaggio ed essere pronti al mattino seguente per cominciare il viaggio in tranquillità, il giro stavolta non sarà lungo, prevediamo poco più di 4000 km, e in effetti ne faremo 4400, in 18 giorni ormai per noi sono poco più che passeggiate. | |
Come dicevamo la prima parte del viaggio riguarda il Bluebonnet, la fioritura del lupino selvatico che dalla metà di aprile in poi colora di blu il Texas, tanto da essere il fiore simbolo dello stato. Ovunque i campi verdi sono accesi di fiori blu ed è facile trovare dei festival dedicati a questa fioritura, nella programmazione infatti ne troviamo uno a Ennis, poco a sud di Dallas, quindi vi abbiamo prenotato tre notti, e si è rivelata una buona scelta. | |
Nella prima giornata il sole stenta un pochino a farsi vedere e anzi, troviamo anche un po’ di pioggia, ne approfittiamo per una variazione di programma e anticipiamo la visita al Magnolia Market, nella vicina Waco, è una struttura di Chip e Joanna, due texani diventati famosi per una trasmissione televisiva di ristrutturazione case, vediamo tante cose interessanti per arredare la casa, anche se non propriamente economiche. | |
Nelle due restanti giornate godiamo appieno dei campi colorati di verde e di blu, ci sono molti spot dove ammirare queste distese, ne avevamo annotati diversi e non hanno deluso. Lungo le strade notiamo la cura dell’erba ben tagliata e, complice il periodo, tante altre fioriture, i rossi cappelli messicani e piccoli garofani. | |
Il viaggio prosegue verso sud, la strada non si allontana mai dai campi e dai fiori, dai pascoli e dai ranch. Per il BBQ trail abbiamo scelto come base una struttura fuori dalla cittadina di Fredericksburg, da lì ci sposteremo verso varie località indicate e famose appunto per il BBQ, altro fiore all’occhiello del Texas. La struttura ci accoglie in maniera inaspettata, Rebecca si dimostra molto disponibile e cordiale, al punto che dopo una breve chiacchierata ci concede l’uso della cucina del ristorante, poiché è aperto solo il venerdì ed il sabato, e noi siamo arrivati il lunedì… Possiamo farci scoraggiare da un imprevisto simile? Assolutamente no! La prima sera risolviamo con un’ottima pizza offerta da Rebecca, per la seconda sera Franco propone una pasta alla carbonara, nell’incertezza del numero dei commensali saremo 6, forse 8 persone ma alla fine saremo 12! La cena è un successo al punto che Rebecca chiede timidamente il programma per la sera seguente, Franco non aspettava altro. La voce corre fino in paese e la sera seguente Franco mette a tavola 20 persone. Serate indimenticabili trascorse in compagnia di persone sconosciute e provenienti da diversi paesi ma si sa, la tavola parla un linguaggio universale e ci siamo intesi tutti a meraviglia | |
Ma torniamo al BBQ, ce ne siamo appuntati alcuni iconici e le nostre alte aspettative vengono confermate, tra brisket affumicato e bison ribs facciamo notevoli mangiate in locali unici nel loro genere dove non mancano ovviamente i classici texani con cappelloni e stivali da cowboy. | |
Le giornate scorrono via come pure le miglia e arriviamo a New Orleans di un sabato pomeriggio, cosa vuol dire? Che se non si è mai stati a New Orleans, il we può spiazzare per la calorosa e colorita accoglienza. Possiamo considerarla la città più folle dopo Las Vegas, ma almeno questa è autentica, il French Quarter è il cuore pulsante della movida di NOLA, come viene chiamata New Orleans, NO sta per le iniziali della città e LA è la sigla dello stato della Louisiana. Musica ad ogni angolo e in ogni via, gente che canta e balla, perfino un corteo festante con gli sposi in testa, la banda e gli invitati che agitano fazzoletti muovendo passi di danza. L’architettura della città è molto particolare, diversa da tutte le altre, i terrazzi addobbati da palloncini colorati e pupazzi, scheletri e bambole, NOLA è anche un centro famoso per i riti vodoo, e i negozi con i souvenir a tema non mancano. | |
Un capitolo a parte va dedicato alla cucina. Principalmente a base di pesce, la cucina creola è speziata e colorata, catfish, crabs e shrimps, zuppe come il Gumbo, Jambalaya, o il Po-boy, tutto servito in porzioni assai generose e tutto davvero gustoso. La struttura che abbiamo scelto a Nola è una autentica casa coloniale nel Garden District, e una sera partecipiamo ad un concerto blues in uno dei locali adibiti a tale scopo, cena e buona musica, cosa volere di più? | |
Nei dintorni di New Orleans, lungo tutto il corso del Mississippi, si possono visitare le vecchie piantagioni di canna da zucchero, molte sono ben tenute e raccontano purtroppo la storia americana legata alla schiavitù, persone sradicate dalle proprie terre africane per essere vendute a padroni senza scrupoli. Oak Alley, secondo noi una delle piantagioni più belle e meglio conservate. Ci siamo stati dieci anni fa e ci ritorniamo perché babbo Cecchi possa vedere la storia delle piantagioni. Le case degli schiavi, o meglio le riproduzioni di quelle che erano le baracche dove vivevano i lavoratori, ti fanno venire un nodo alla gola, certamente le condizioni erano disumane e tutto è mostrato con foto e oggetti. La casa dei padroni è visitabile con un tour guidato, rispetto a dieci anni fa però lo troviamo meno caratteristico, le guide non sono vestite con abiti d’epoca ma con divise quasi anonime, ciò però non toglie niente alla bellezza della casa e del curato parco circostante, famoso per le enormi querce della Virginia ricoperte da felci rampicanti. | |
Altra giornata a New Orleans dedicata al passeggio e al museo del Jazz con cimeli dei grandi musicisti che hanno fatto la storia di questo genere musicale, nato nei campi di canna da zucchero e cotone. Non può mancare naturalmente la passeggiata lungo il Mississippi, il grande fiume, e aspettiamo che parta uno dei battelli che una volta erano a vapore, con la grande ruota a poppa che fa muovere la barca, oggi vengono usati ovviamente per escursioni turistiche al tramonto e relativa cena in navigazione | |
Il nostro giro sulla strada della musica è appena cominciato, quindi risalendo verso nord, abbiamo molti riferimenti e punti storici per il Jazz ed il Blues da visitare. Ci sono cartelli che raccontano i posti dove sono nati e cresciuti i maggiori musicisti, uno dei posti che abbiamo sul percorso ci è stato indicato da uno dei gestori della guesthouse di New Orleans, ci ha detto di fermarci lungo la strada, il posto si chiama Shack Up Inn. Al primo impatto si resta interdetti, sembra una vecchia fabbrica in rovina, edifici che si reggono in piedi a fatica, o almeno così sembra, in realtà l’esterno è effettivamente lasciato alle intemperie ma tutto viene mantenuto in attività, si può ancora pernottare in alcune camere e c’è un’ampia sala dove ascoltare della buona musica dal vivo nel we. | |
Siamo quasi all’ora di pranzo, e qui non c’è il ristorante, proseguiamo quindi per Clarksdale dove pranziamo all’Abe’s Bar-B-Q, altro posto che merita una visita sia per il buon cibo che per la storia che si porta dietro. All’incrocio di fronte c’è una scultura con due chitarre blues, l’incrocio è chiamato Crossroads e ad esso è legata una storia molto curiosa che vede protagonista Robert Johnson, la sua chitarra e l’anima venduta al diavolo. Sul web, per i curiosi e appassionati, si trova tutta la leggenda. | |
Lungo la strada verso Memphis troviamo altre targhe interessanti da immortalare con dovute foto di rito e arriviamo finalmente nella città di Elvis Presley, qui tutto parla di musica. Il Sun Studio da dove sono usciti Elvis, BB King, Johnny Cash e molti altri e Beale Street, dove facciamo il nostro ultimo pranzo nel famoso Blues City Cafè. |
Ancora un viaggio sulle strade americane alla scoperta di tradizioni, storia, usi e costumi di un paese che ormai sentiamo un po’ nostro, un paese che ci fa respirare aria di libertà con i suoi grandi spazi, un paese con le sue bellezze e le sue contraddizioni, dove riusciamo sempre a fare nuove conoscenze e nuove scoperte anche ritornando in luoghi già visti. Alla prossima. |