A pesca di ricordi
Fisso l’orizzonte di quel mare che vede sorgere il sole, seduta su un panchetto salmastroso tra i cumuli di reti e secchi colorati.
Il mio viso arrossato dai caldi raggi del sole viene di tanto in tanto rinfrescato dal maestrale.
Dietro di me distese di agrumi e ulivi contrastano con il cielo blu e in lontananza il campanellio delle greggi si alterna al “mio mio” assordante dei gabbiani che svolazzano impazienti sopra la mia testa.
Il trabucco, con i suoi lunghi bracci di pino che si stagliano per molti metri sul mare, trasmette sicurezza data la sua resistenza a qualsiasi tempesta.
Grandi lische di spigole attaccate come trofei dondolano al vento, code di tonni legate ai pali sventolano come bandiere.
I ricordi della mia infanzia affiorano come la rete dal mare e sono lucenti e vivi come la moltitudine di pesci che essa contiene.
Rivedo la bimba che pesca gamberi con il retino insieme a suo padre sugli scogli del molo di Termoli.
La bontà dei cannolicchi appena pescati e gustati col succo di limone dopo il bagno delle 11.
Le cozze ripiene fatte dalla mamma che per magia, dopo tanti anni, ritrovo qui, nella terra dei trabucchi.
Il Gargano mi accoglie con la sua varietà incontaminata del suo territorio, con la genuinità dei suoi prodotti, ma soprattutto con il calore della sua gente.
Chiedere al tempo di fermarsi è impossibile, ma quella bimba un giorno ritornerà a sognare su questo trabucco.
Silvia
Molto bello questo spunto da cui ammirare una terra bella come il Gargano. Ogni metro di costa è fatto per sognare sul Gargano.
Grazie! in effetti il Gargano offre molti spunti e incredibili scorci da fotografare.