Un altro viaggio in Marocco si è concluso e, anche stavolta, siamo tornati a casa pieni di entusiasmo.
All’inizio di maggio, questa terra profuma di grano e di ciliegie, il sole scalda piacevolmente la pelle e la luce rende tutto brillante.
Dalle verdi vallate della ormai familiare Fès, abbiamo attraversato distese di uliveti e campi coltivati e ci siamo diretti sull’oceano Atlantico, ad Asilah. La sua medina è di un bianco candido con porte color verde e blu, è un gioiellino incastonato nella città fortificata con svariate gallerie d’arte e murales. Le onde si susseguono fragorose sugli scogli sottostanti e la quiete tra i vicoli è sorprendente. Deliziati da una ricca frittura di pesce e rinfrescati da una spremuta di canna da zucchero con zenzero, ci prepariamo alla prossima tappa.
Dalla costa si entra nell’interno, tra i monti la strada diventa tortuosa ma piacevole, il paesaggio è suggestivo.
Chefchaouen si lascia intravedere tra l’alternarsi delle cime, l’adrenalina sale come la strada che ci conduce alla piazza del paese. Parcheggiata l’auto, ci immergiamo nel blu, un vicolo dopo l’altro, tra scale e scalette, tutto è surreale.
Non riesco a trattenere la mia contentezza e affondo le mie mani nel sacco di pigmenti indaco e mi tingo le gote di blu, avevo paura fosse solo un sogno, finalmente ero lì davvero!
Rientriamo a Fès rivisitando Meknes, ammaliati da tante bellezze che il Marocco sa sempre donarci.