Passa veloce l’asfalto sotto la moto e Nina, con la testa rinchiusa nel casco, osserva dalla visiera gli alberi correre al suo fianco.
L’aria mattutina penetra nelle fessure della giacca estiva ed è piacevole la sensazione di libertà ritrovata, dopo tanto tempo.
I pensieri si staccano dalla strada e volano via leggeri in Provenza.
La moto accarezza chilometri di filari di lavanda, le spighe dondolano al vento e nei campi si muovono morbide onde viola, uno spettacolo guardare verso l’infinito.
Davanti all’Abbazia di Senanque, Nina passeggia tra i pon pon di spigo stordita dal profumo intenso dei fiori e dal ronzio delle api che vi pascolano sopra, tutto intorno regna il silenzio.
Nel Luberon è un susseguirsi di case in pietra color cipria dalle colorate persiane che ben spiccano nei colori della campagna.
Tra vigneti, frutteti e dolci curve, in tutta solitudine, la moto continua la sua sinuosa danza scortata dai campi viola di Valensole.
La signora, con gli occhiali calati sulla punta del naso, aspetta affacciata al portone dell’ex convento e Nina, levàti il casco e i guanti, risponde con entusiasmo al suo sussurrato “bienvenue”, quel poco che ha visto entrando in paese, già le piace.
Un atrio accogliente e una grande scala da salire, un piano dopo l’altro, calpestando traballanti mattonelle in pietra, per arrivare alla camera prenotata.
Con una vecchia chiave la signora fatica non poco per aprire la porta mentre Nina non sta più nella pelle dalla curiosità e ciò che le si presenta davanti è molto più di quanto aveva immaginato.
Un lungo corridoio porta a due camere arredate con accurata semplicità, un grande bagno luminoso e uno stanzino guardaroba. Le finestre, vestite con tende di cotone, illuminano la vernice invecchiata delle pareti, antiche suppellettili e termosifoni in ghisa mai visti. Nina affonda la testa nel cuscino in piuma d’oca e si addormenta tra le candide lenzuola.
Svegliatasi di buon ora, scende con un pò di anticipo al primo piano dove verrà servita la colazione e, con gli occhi sbarrati, dubita di essersi mai svegliata.
Porte altissime si aprono su un largo corridoio e conducono in saloni con vetrate, tappeti, lampadari e mobili del ‘700.
“ Bonjour Madame” la signora saluta Nina, imbambolata davanti ad una collezione di ceramiche, e la invita a seguirla.
Nella sala da pranzo, tra meravigliosi arredi e musica classica, una tavola apparecchiata per una regale colazione, formaggi, salumi, yougurt, latte, caffè, tè, succo d’arancia, baguettes fragranti, brioches appena sfornate e una varietà di marmellate che la signora si appresta a descrivere, ciliegie, fichi, albicocche, meloni, fragole… fatte con le sue mani, una delizia per occhi, naso e palato!
Del vecchio convento è rimasto poco ma è quel poco che fa la differenza, quel palazzo nel centro di Apt è li dal 1600 e questo ha dell’incredibile!
Nina si chiude il pesante portone alle spalle e si immerge tra i banchi del mercato che ogni sabato mattina attira visitatori da tutto il Luberon.
Vicoli, strade e piazze diventano un’esposizione di prodotti gastronomici e artigianali tipici del luogo, e Nina si lascia trasportare dai profumi, dai colori e dalla musica dei complessini che accompagna gli acquisti di una folla ordinata e silente.
Seduta al tavolino di un bar, beve un caffè e si diverte a guardare le persone con borse e ceste piene di pane, formaggio, olive, fiori, spezie… che si scambiano sorrisi e strette di mano e pensa al valore dei mercati che deve assolutamente essere preservato e protetto.
Cala il sole e la sera porta una magica atmosfera nel centro di Apt, i lampioni gialli si riflettono sulla lucida pavimentazione dei vicoli e nei locali tremulano le candele sui tavoli.
Nina non vorrebbe mai più ripartire e, sospirando serenità, affonda il cucchiaino nella sua crème brulée.